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PRODUTTIVITÀ e CAMBIAMENTO NELL'INDUSTRIA
ITALIANA
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Introduzione
La recente crisi finanziaria ha avuto contraccolpi sostanziali
sull'intero sistema economico. La contrazione della domanda di beni e
servizi e la scarsa disponibilità di capitali conseguente ad una
repentina caduta della liquidità finanziaria hanno colpito
generalmente tutti i settori, anche quelli potenzialmente più
promettenti. Passata o no, questa tempesta finanziaria non ha solo
rivelato le criticità del sistema finanziario globale ma ha anche
esposto debolezze strutturali in tutte le economie sviluppate che non
sono conseguenze di decisioni recenti, ma piuttosto il risultato di
tendenze di lungo periodo. L'Italia, la cui struttura produttiva e'
storicamente caratterizzata da un miriade di piccole imprese spesso a
gestione famigliare, da una scarsa produttività del lavoro, che si e'
andata allontanando negli ultimi anni da quella delle maggiori
economie europee, e da una specializzazione in settori tradizionali
dove più forte e' divenuta la pressione competitiva dei paesi
emergenti, rischia di trovare serie difficoltà nel recupero post-crisi
e di vedere quindi un permanere di effetti nocivi per molti anni a
venire. D'altro canto esistono svariati segnali positivi. Nel nostro
paese il livello di disoccupazione e' piuttosto basso ed in media il
tasso di impiego ha resistito bene al recente shock globale. La forte
eterogeneità delle imprese italiane significa che anche a fronte di
performance mediocri dei settori produttivi, esiste un universo di
imprese sane e profittevoli. Per le nostre imprese esportatrici più
dinamiche la globalizzazione dei mercati non rappresenta un ostacolo,
ma una opportunità. Esistono settori emergenti, ma anche tradizionali,
che ottengono buone quote di export e, anche se con ritardo, la nuove
tecnologie informatiche stanno prendendo progressivamente piede
rivalutando il nostro capitale produttivo. Questi segnali positivi ci
lasciano sperare in una inversione di tendenza? E' possibile
immaginare che il superamento di questa crisi diventi uno stimolo per
la componente più dinamica dell'economia italiana? O invece il pesante
bagaglio di ritardo strutturale nei mercati e nelle infrastrutture
diventerà un macigno che ci condannerà ad un recupero lento ed
imperfetto?
Questa giornata di studio organizzata presso la Scuola Superiore dal
centro CAFED ed dal Laboratorio LEM intende contribuire alla
comprensione di queste domande. Ad una serie di interventi da parte
di ISTAT, Banca d'Italia, IASE e Prometeia seguirà, nel pomeriggio, un
dibattito sul tema della produttività e del cambiamento nella
industria italiana. L'incontro e' aperto a tutti.
Programma e presentazioni
5 Novembre 2009
Aula Magna - Scuola Superiore Sant'Anna
- APERTURA DEI LAVORI
Giulio Bottazzi, Scuola Superiore Sant'Anna
- 10.30 PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Produttività e cambiamento nel sistema produttivo italiano:
Indagini quantitative
Laura Rondi, Politecnico di Torino
Francesco Silva, Università degli Studi di Milano Bicocca
(slides)
- 11.15 SESSIONE I, CONGIUNTURA ECONOMICA E DINAMICA INDUSTRIALE
-
Le imprese italiane tra ristrutturazione e ciclo
economico
Sergio De Nardis, ISAE (slides)
-
Oltre la crisi e i vincoli del passato: gli orizzonti
dell'economia italiana
Francesco Zollino, Banca d'Italia
(slides)
- 14.00 SESSIONE II: PRODUTTIVITÀ e COMPETITIVITÀ
- Una crisi che viene da lontano, alcuni segnali dai bilanci
delle imprese per classe dimensionale
Claudio Colacurcio,
Prometeia (slides)
- La dinamica dell'industria manifatturiera nel 2006-2009 secondo
le informazioni statistiche ufficiali
Roberto Monducci,
ISTAT. 15.30 DIBATTITO COI RELATORI (slides)
Organizzatori
- Giulio Bottazzi, LEM Scuola Superiore Sant'Anna, Pisa
- Angelo Secchi, LEM e Universita' di Pisa
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